Dall'intermediazione alla validazione della notizia: «carta canta», anzi «carta vale»
«Credo che la carta non scomparirà, ma diventerà un oggetto di lusso, anche se non in tempi così brevi. Sarà come comprare un cavallo: oggi nessuno compra un cavallo come mezzo di trasporto, ma perché è bello. E gli amici quando lo vedranno potranno dire "wow"».
L'affermazione è di Jeff Bezos ed è contenuta in un articolo pubblicato da "La Repubblica" a firma di Alessio Sgherza, dal titolo: “Rimettiamo i lettori al centro del progetto. Liberi solo se in attivo”.
Se lo dice il fondatore di Amazon, proprietario del Washington Post, una riflessione sul tema va fatta.
E-Press ha creduto nella carta fin dagli inizi. Vent'anni fa era l'unico supporto maneggiabile che poteva ospitare informazione, nasceva da un processo produttivo abbastanza complesso, ma intermediava il trasferimento di informazione "leggibile" in quanto non esistevano alternative. Da qui al "giornale in tempo reale" il passo fu breve, solo questione di tecnologie (fotografiche e di stampa) disponibili e trasportabili ovunque, o quasi.
La situazione oggi è di tutt'altro tenore: le notizie le abbiamo in tasca e quasi sottopelle, nel serbatoio infinito dello smartphone.
Ma in una fase in cui la news diventa commodity e, in quanto tale, poco o niente remunerata e soggetta a sprechi e distorsioni, chi riproduce su carta (sobbarcandosi i costi e i tempi che ciò comporta, oltre alle limitazioni di distribuzione) trasmette in primo luogo la sensazione che "ne valga la pena": questa notizia, questa informazione che ti riporto su carta non teme l'obsolescenza del tempo, ne l'evanescenza della rete, perché è informazione autentica.
Non tornerà il vecchio modello dell'intermediazione, che valeva per l'editore la riscossione di un pedaggio per il passaggio delle notizie (dal lettore, che soddisfaceva alla scarsità d'informazione pagando il prezzo per il "bene" notizia, all'inserzionista, pagante per accompagnare, con le proprie informazioni commerciali, il viaggio di quella notizia fino al suo fruitore). Ma potrebbe prendere corpo sempre più solidamente, piuttosto, il modello della "validazione": su carta ciò che vale la pena resti scritto.
"Carta canta", recita l'adagio. "Carta vale", non è assurdo pronosticare per un futuro non troppo lontano.
(Enrico Sbandi per e-press.it)
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