"Padre Pio, ho molto peccato". "Pentiti figliolo", risponde ChatGPT
Enrico Sbandi
Vuoi fare due chiacchiere, confessare un peccato, chiedere consiglio a un Santo? C'è prega.org: "Invia il tuo pensiero o la tua preghiera al Santo a cui sei più devoto", si legge nella home del sito. Per il momento a rispondere c'è Padre Pio da Pietrelcina. Presto arriveranno San Francesco, San Gennaro e tanti altri.
Vuoi fare due chiacchiere, confessare un peccato, chiedere consiglio a un Santo? C'è prega.org: "Invia il tuo pensiero o la tua preghiera al Santo a cui sei più devoto", si legge nella home del sito. Per il momento a rispondere c'è Padre Pio da Pietrelcina. Presto arriveranno San Francesco, San Gennaro e tanti altri.
Possibile, se addestri l'intelligenza artificiale a rispondere come se fosse un Santo. Lo racconta Alessia Maccaferri su Nova24 del Sole24Ore di oggi , notizia ripresa un po' da tutti i giornali, di carta e non.
Il concetto su cui è stato sviluppato il sito è semplice: prendi tutto ciò che è stato scritto e si sa di un certo argomento, nella fattispecie il pensiero di Padre Pio, addestra l’intelligenza artificiale con questo contenuto, poi la metti a disposizione di chi vuole dialogare, come se parlasse con l’autore stesso. ChatGPT agirà - perché è lei dietro tutto questo - all’interno dell’app prega.org come super interprete del santo, che ne conosce scritti opere e modalità di ragionamento, e risponde come fosse Lui (maiuscola d'obbligo) a chiunque la interpelli.
Implicazioni? Etiche, pratiche: c'è solo da scegliere. Siamo ben oltre il giochino di interrogare ChatGPT sui più disparati argomenti. Tutto è reso possibile dalle API, i segmenti di programma ormai sul mercato che, in estrema banalizzazione, consentono di aggiungere ad un'applicazione una determinata funzione tecnologica, come ad esempio la chat con intelligenza artificiale. Costruisci un sito con l'opera omnia - si fa per dire - di Pippo Baudo -, tutti gli spettacoli che ha presentato, le interviste, le notizie che lo riguardano, usa l'API giusta di ChatGPT (o uno dei concorrenti già numerosi che si affacciano sul mercato) e chi si collega, voilà, potrà fare quattro chiacchiere con lui, l'Intelligenza Artificiale ragionerà sul database "PippoBaudo" con il quale è stata istruita e restituirà risposte basate su quello. Sono sempre dati, quelli sacri e quelli profani.
Il sempre informato Vincenzo Cosenza segnala sul suo profilo LinkedIn che sono ormai disponibili le API di #ChatGPT e Whisper (text to speech) , grazie alle quali saranno potenziati dall'#intelligenzaartificiale molti strumenti che già conosciamo. Quali già sono Snapchat, Instacart e Shopify.
Una corsa verso funzionalità potenzialmente molto utili, ma anche parecchio fuorvianti per l'utenza (come altro si potrebbe definire la sensazione di confessarsi o chiedere consiglio a Padre Pio?), se queste tecnologie non sono adeguatamente conosciute. Perché se dall'assistente chatbot ToBI che si frappone fra noi e il call center Vodafone se ci serve assistenza siamo già passati alla cura dell'anima di prega.org che ci affida a Padre Pio e Santi vari, il passo successivo porta allo sfruttamento strumentale di questa tecnologia. Ed è un passo molto breve.
Addestrare l'intelligenza artificiale costa, sostenere quei costi è operazione che deve portare vantaggio economico e strategico. È banale il ragionamento che mostra quanto rischio si nasconda dietro la disponibilità di una risorsa tecnologica simile nelle mani di chi gestisce ingenti quantità di denaro e di potere.
Potremmo una di queste mattine trovarci a fare una chiacchiera con il finto Putin che spiega le sue buone (!) ragioni della guerra in Ucraina. E l'esempio è tutt'altro che inverosimile.
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