Sono Sparrow, pronto a infilzare ChatGPT. L'ho promesso a mamma Google
Enrico Sbandi
Non sono giornalisti e copywriter a dover tremare, ma i motori di ricerca...
Lo si scriveva già qualche giorno fa. Adesso la notizia si va delineando nei particolari: Google risponde al boom di ChatGPT, prende spunto da Jack, pirata del Caraibi chiamando "Sparrow" la sua chatbot che conversa ed elabora contenuti adoperando l'Intelligenza Artificiale. Ne scrivono diversi media, un valido resoconto è quello di Wired, disponibile qui . ndr: dopo qualche giorno dalla pubblicazione di questo post, Google avrebbe denominato ufficialmente Bard il suo agente AI, successivamente - fino ad oggi - evoluto in Gemini.
Dalla sua, la creatura di OpenAI ha l'entusiasmo che sta continuando a generare, che le vale adesioni in numero tale da creare la lista d'attesa per nuove registrazioni. Ma in termini di database ha molto, se non tutto, da imparare dal motore di ricerca controllato da Alphabet: sia per dimensione del bacino a cui attinge - quello di Google non è paragonabile, per dimensioni e per esperienza -, sia per conoscenza delle problematiche connesse, diritto d'autore innanzitutto (ne abbiamo parlato qui ). E, soprattutto, la differenza la fa il modello di business di Google-Alphabet, macchina perfettamente rodata che è ormai di gran lunga il primo editore di contenuti presente sul mercato e la prima azienda che vende pubblicità.
Non è azzardato pensare che dal giochino di far cascare in contraddizione ChatGPT - nel quale si esercitano goduriosi esperti e testate - e dai guru last minute che spuntano come funghi per insegnare come diventare ricchi con l'Intelligenza Artificiale, ben presto il gioco si sposti là dove è più concreto il terreno di scontro. Quello dei ricavi: che per un fenomeno emergente, anzi esplosivo come la creatura di OpenAI, è il vero tema. Perché una volta terminati i round miliardari per far affluire investitori - i 10 miliardi di dollari da Microsoft sono della partita - bisognerà affinare il modello che genera profitti. Ed è impensabile che dalla vendita di abbonamenti per farsi scrivere articoli e copy o per il lavoro massivo di scrittura di codice, possa arrivare tutto il denaro che serve per tenere in piedi, sviluppare una macchina del genere e alimentare profitti adeguati agli investimenti.
Quindi, non è difficile immaginare, a breve, che arrivi alla superficie una guerra in realtà già cominciata. Anche se ChatGPT, inumana finchè si vuole, ma sprezzante al punto giusto, è già entrata nel ruolo di superstar, nel senso che sa come snobbare i rivali. Gli abbiamo chiesto: Conosci Sparrow di Google? Ci ha risposto: "Sì, Sparrow era un client email per dispositivi Mac e iOs, sviluppato da Google. È stato dismesso nel 2013".
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